I ricercatori di Neuro-Zone hanno individuato un farmaco già disponibile che potrebbe essere riposizionato contro il COVID-19. C’è il benestare dell’ISS.
COVID-19, un virus a RNA
Come già noto, il SARS-CoV-2, o COVID-19, appartiene a una famiglia di virus a RNA.
Una volta entrati nell’organismo ospite, questi virus si diffondono tramite un meccanismo di infezione cellulare che si può semplificare in questi step:
- ingresso del virione – la singola particella del virus – nella cellula ospite per endocitosi;
- rilascio nella cellula del materiale genetico, sotto forma di RNA, da parte del virione;
- produzione – a partire dall’RNA virale – di proteine e repliche del genoma virali;
- assemblamento di nuove proteine e RNA virali in virioni che escono dalla cellula, per esocitosi, che vanno a infettarne altre.
In linea di principio, ogni tappa di questo processo può essere oggetto di attacco da parte di farmaci. Infatti, i ricercatori studiano questi meccanismi e cercano principi attivi in grado di interferire con essi.
Una volta riconosciuto il principio attivo più adatto, segue la fase di sviluppo del farmaco che in media può richiedere fino a 10-15 anni, oltre a ingenti risorse.
Da questo assunto risulta chiaro che partire da 0 per lo sviluppo di un trattamento specifico contro il COVID-19 non garantirebbe risultati funzionali a breve termine.
Allo stesso tempo, il vaccino contro il coronavirus è atteso non prima del 2021.
Usare farmaci già esistenti contro il COVID-19
Per rendere disponibili soluzioni terapeutiche in tempi brevi le aziende farmaceutiche e le autorità sanitarie stanno ricorrendo in primis al drug repurposing, cioè il riposizionamento di farmaci disponibili al commercio per altre indicazioni terapeutiche.
In effetti, a oggi in commercio esistono già diversi farmaci il cui principio attivo potrebbe interferire con il processo di replicazione cellulare dei virus a RNA, e quindi anche del COVID-19.
Se se ne trovasse uno e si dimostrasse la sua efficacia, si potrebbe riposizionare per il trattamento del coronavirus e avrebbe il vantaggio di essere già pronto all’uso e, soprattutto, sicuro.
In questo senso, grazie a un’intuizione, i ricercatori di Neuro-Zone – realtà del network di Bio4Dreams – hanno individuato un candidato farmaceutico.
Il farmaco
Il farmaco candidato è già autorizzato al commercio e disponibile in diverse forme farmaceutiche orali.
La capacità di interferire con il meccanismo di infezione del COVID-19, se confermata anche in SARS-CoV-2, causerebbe una riduzione della carica virale, frenando la sua diffusione nell’organismo. Ciò significherebbe una minore severità della sintomatologia e, di conseguenza, un calo di potenziali ospedalizzazioni.
Inoltre, le caratteristiche di biodistribuzione della molecola fanno ipotizzare che possa agire su tutti i distretti di infezione sia periferici sia nel sistema nervoso centrale gestendo quindi anche la regressione di sintomi specifici quali la perdita dell’olfatto.
Il suo impiego potrebbe rivolgersi soprattutto a pazienti infetti sintomatici nelle prime fasi dell’infezione.
Stato di avanzamento del progetto
L’ipotesi di riposizionamento del farmaco contro il coronavirus è stata sottoposta all’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che ha già dato esito positivo a procedere con il programma di validazione clinica, alla quale Neuro-Zone sta attivamente lavorando.
Aggiornamenti sullo stato del progetto:
- 16/03: elaborazione del progetto, da parte di Neuro-Zone, e invio alle autorità sanitarie;
- 6/04: ricezione di un benestare preliminare da parte delle autorità sanitarie stesse a procedere con un programma di validazione clinica dell’efficacia del candidato farmaceutico sul COVID-19;
- 4/05: avvio lavori del gruppo di ricerca di Neuro-Zone:
- impostazione dello studio clinico osservazionale: definizione dei criteri e della metodologia dello studio per valutare l’incidenza e i risultati del trattamento di pazienti positivi al COVID-19 con il farmaco candidato;
- co-sviluppo: identificazione di un partner farmaceutico per iniziare lo sviluppo del progetto.