Tumore pancreatico: poco conosciuto, difficile da trovare e da curare
Il tumore del pancreas è uno dei tumori con la peggiore diagnosi e minore sopravvivenza; è quarto tra le cause di morte per tumore.1
Purtroppo si sa ancora poco della sua biologia. In fase precoce non dà segni particolari oppure dà disturbi piuttosto vaghi, che possono trarre in inganno pazienti e medici.
Contro questo tumore si può intervenire con l’asportazione chirurgica, ma solo in una piccola percentuale di pazienti (meno di 1 su 5).1
Infatti, spesso la diagnosi viene fatta quando ormai la malattia è in fase avanzata, con metastasi, e quindi difficile da trattare.
Questo spiega il basso tasso di sopravvivenza, circa 1 paziente su 12 a cinque anni dalla diagnosi.1
Per alcuni sottotipi di tumore pancreatico sono disponibili alcuni farmaci e altri sono in corso di sperimentazione, ma la loro efficacia dipende fortemente dal tempismo di identificazione della patologia.
La sfida, quindi, è trovare un sistema per diagnosticare il tumore precocemente, quando è ancora nelle fasi iniziali di sviluppo, cioè di piccole dimensioni e non ancora diffuso.
Tre marcatori per “scovare” il tumore del pancreas
I marcatori tumorali sono delle molecole rilevabili nel circolo sanguigno che possono indicare la presenza di un tumore. Vengono rilasciati dalle cellule maligne o dell’organismo in risposta al tumore stesso.
Più sono specifici per un tipo di cancro, più sono utili per la sua diagnosi precoce, per seguirne il decorso e la prognosi.
Per il tumore del pancreas è già utilizzato un marcatore, una proteina chiamata CA 19.9, che tuttavia non è sempre rilevabile e quindi non sufficiente, da solo, per una diagnosi accurata.
Il gruppo di ricerca di NatiMab Therapeutics, realtà fondata nel 2008, ha individuato due nuovi potenziali marcatori tumorali (alfa-enolasi ed ezrina) espressi dall’adenocarcinoma pancreatico duttale, uno delle forme più aggressive e letali.
L’idea, in fase di studio, è sviluppare un kit diagnostico che, con una semplice biopsia liquida non invasiva, riesca a rilevare gli anticorpi circolanti contro questi due marcatori insieme al CA 19.9. Ciò migliorerebbe la capacità della diagnosi precoce del tumore pancreatico, permettendo di trattarlo per tempo.
Lo stato dell’arte
NatiMab vanta due brevetti negli Stati Uniti e in Europa per lo sviluppo di kit diagnostici per dosare i marcatori alfa-enolasi ed ezrina e sta attivamente lavorando per la loro ottimizzazione.
“Scoprire le tracce del tumore pancreatico il piu presto possibile, per curarlo meglio.”
Francesco Novelli, Project Coordinator and NatiMab shareholder
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